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Prescrizione bollo auto in tre anni anche con iscrizione a ruolo

Con l'ordinanza 20425 la Cassazione ribadisce ancora una volta il principio sancito dalla sezioni unite della Cassazione nel 2016  per cui la prescrizione del bollo auto si realizza alla fine del terzo anno successivo a quello in cui era dovuto il pagamento. Cio anche a seguito di notifica di cartella di pagamento da parte di Equitalia , perche l'atto che non comporta automaticamente la trasformazione del termine breve di tre anni a quello ordinario di 10 anni , anche se non viene impugnato dal contribuente. 

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IL CASO
 In particolare, la controversia ha ad oggetto la determinazione del termine di prescrizione del tributo, la cui disciplina è contenuta nell’art. 5, c. 51, d.l. 30 dicembre 1982, n. 953, che, in seguito alle modifiche apportate dall’art. 3, d.l. 6 gennaio 1986, n. 2, prevede che il diritto al pagamento del tributo si prescriva con il decorso del terzo anno successivo a quello in cui doveva essere effettuato il pagamento.
Una contribuente ha ricevuto un avviso di intimazione di pagamento per la tassa automobilistica relativa all'anno 2001. Ritenendo prescritto il diritto alla riscossione del tributo, l’intimata ha, presentato ricorso avverso l’atto di riscossione dinanzi alla Commissione Tributaria Provinciale competente.
Il Giudice adito, tuttavia, ha rigettato il ricorso e, conseguentemente, il giudizio è proseguito nella fase di appello.

La Commissione Tributaria Regionale  , sulla scorta della ordinanza delle Sezioni Unite della cassazione 17 novembre 2016, n. 23397 , ha riformato la sentenza di prime cure,  riaffermando che  che il termine prescrizionale della tassa automobilistica ha una durata triennale che decorre da quando il pagamento avrebbe dovuto essere effettuato e che l’iscrizione a ruolo del tributo non è atto idoneo a mutare il termine prescrizionale breve in quello ordinario decennale, ai sensi dell’art. 2953 c.c., tranne che in presenza di un titolo giudiziale divenuto definitivo”.  

Equitalia Sud S.p.a., convenuta nel giudizio, ha ritenuto illegittima la sentenza e, pertanto, ha presentato ricorso per Cassazione che, tuttavia, si è concluso in modo ad essa sfavorevole in quanto la Suprema Corte ha  giudicato corretto  il principio di diritto affermato  dalla Commissione Tributaria Regionale.




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Speciale del: 12/01/2018