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Equo compenso 2017: regole e parametri da utilizzare

La norma sull'equo compenso per i professionisti è entrata in vigore il 6 dicembre scorso, grazie ad un emendamento   nella  conversione in legge del decreto fiscale n. 148/2017 (cd collegato fiscale),  che ha ampliato l'applicazione di un articolo inizialmente dedicato solo agli avvocati. 

La norma, che va a modificare la Riforma delle professioni del 2012,  intende tutelare il professionista in caso di squilibrio contrattuale  e integra, anche dal punto di vista economico, quanto previsto già dal  cd. Jobs act autonomi.
In particolare prevede:

  1.  il compenso delle prestazioni professionali deve risultare proporzionato alla quantita' e alla qualita' del lavoro svolto, nonche' al contenuto e alle caratteristiche della prestazione. Per le professioni ordinistiche l'equo compenso sarà valutato tale in rapporto alle tabelle ministeriali dei parametri utilizzati in sede giudiziale . (Manca un riferimento concreto  per le professioni che non sono soggette a tali norme ministeriali)
  2. Si applica  a tutte le professioni, incluse quelle senza Ordini o Albi.  che svolgono prestazioni nei confronti di:
    • banche,
    • assicurazioni
    • grandi imprese,
    • ma prevede anche “una norma di principio a cui la Pubblica Amministrazione si deve ispirare”.

Integrando quanto già previsto dal Jobs act dei lavoratori autonomi, vengono considerate abusive e prive di effetto le clausole contrattuali  che possono  danneggiare il lavoratore autonomo,  come ad esempio:

•     la modifica unilaterale del contratto da parte del committente;
•     il recesso senza congruo preavviso nel caso di contratto con prestazione continuativa;
•     il contratto non in forma scritta.

In queste ipotesi, è previsto anche  il risarcimento dei danni.

 




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Speciale del: 27/12/2017