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Accertamento: le liberalità devono essere provate

Nell’ambito dell’accertamento sintetico del reddito, qualora il contribuente deduca che la spesa sia il frutto di liberalità o di altra provenienza, la correlata prova deve essere fornita attraverso la produzione di documenti dai quali si evinca non solo la disponibilità all’interno del nucleo familiare di tali redditi, ma anche l’entità degli stessi e la durata del possesso in capo al contribuente interessato dall’accertamento, pur non essendo lo stesso tenuto a dimostrare l’impiego dei menzionati redditi per l’effettuazione delle spese contestate, attesa la fungibilità delle diverse fonti di provvista economica.
A tale conclusione è giunta la Corte di Cassazione attraverso l’ordinanza n. 7257/2019.
Per superare la presunzione di maggiore capacità contributiva scaturente da un accertamento sintetico, il contribuente è tenuto a fornire idonea prova contraria.

Tale vicenda, che ha visto schierate su posizioni opposte la dottrina e la giurisprudenza, ha provocato delle inevitabili ripercussioni, tenuto conto che i contribuenti frequentemente invocano, quale strumento difensivo, le elargizioni di provenienza familiare (Cass. n. 18725/2017) in quanto è la stessa prassi dell’Ufficio (circ. n. 6/E/2014) a ravvisare la necessità di tenere in considerazione le potenzialità economiche/finanziarie della famiglia del contribuente.




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Speciale del: 04/12/2019