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Interpello e consulenza giuridica: quali differenze?

Interpello e consulenza giuridica per la corretta interpretazione di una norma ma con effetti differenti

L'interpello e la consulenza giuridica sono due modalità con cui il contribuente può interagire con l'Amministrazione finanziaria nel caso ci siano dubbi sulla corretta interpretazione di una norma.  Si ricorda che dal 1° settembre 2018 gli interpelli ricevuti dalle strutture centrali dell’Agenzia saranno pubblicati sul sito delle Entrate per rendere nota l’interpretazione del Fisco sulle varie questioni poste dai contribuenti. A partire dalla stessa data, saranno pubblicati appositi documenti di sintesi relativi alle posizioni interpretative espresse dall’Agenzia in risposta alle istanze di interpello sui nuovi investimenti (articolo 2, Dlgs 147/2015) e le risposte fornite a seguito delle richieste di consulenza giuridica “esterna” (circolare n. 42/E del 5 agosto 2011). L'obiettivo è quello di consentire al cittadino la più ampia conoscenza di tutte le soluzioni interpretative adottate dall’Agenzia

Di seguito le differenze tra interpello e consulenza giuridica.

Interpello 

L’interpello è un’istanza che il contribuente rivolge all’Agenzia delle Entrate prima di attuare un comportamento fiscalmente rilevante, per ottenere chiarimenti in merito all'interpretazione di una norma obiettivamente incerta, relativa a tributi erariali, da applicare a casi concreti e personali.

Esistono cinque tipologie di interpello:

  • l'interpello ordinario consente a ogni contribuente di chiedere un parere in ordine alla applicazione delle disposizioni tributarie di incerta interpretazione riguardo un caso concreto e personale, nonché di chiedere chiarimenti in ordine alla corretta qualificazione di fattispecie, sempre che ricorra obiettiva incertezza
  • l'interpello probatorio consente al contribuente di chiedere un parere in ordine alla sussistenza delle condizioni o alla idoneità degli elementi di prova chiesti dalla legge per accedere a determinati regimi fiscali nei casi espressamente previsti, quali l’interpello relativo a partecipazioni acquisite per il recupero di crediti bancari (113 TUIR), le istanze presentate dalle società “non operative” (articolo 30 della legge 724 del 1994) e le istanze previste ai fini della spettanza del beneficio ACE (articolo 1, comma 8, DL 201 del 2011)
  • l'interpello anti-abuso consente di acquisire un parere relativo alla abusività di un’operazione non più solo ai fini delle imposte sui redditi, ma per qualsiasi settore impositivo
  • l’interpello disapplicativo consente di ottenere la disapplicazione di norme che, allo scopo di contrastare comportamenti elusivi, limitano deduzioni, detrazioni, crediti di imposta, se viene fornita la dimostrazione che detti effetti elusivi non potevano verificarsi; è l’unica tipologia di interpello obbligatorio

Si ricorda che con il Provvedimento del 1° marzo 2018 sono stati modificati gli indirizzi telematici a cui inviare la richiesta di interpello. 

 

Consulenza giuridica 

L’istituto dell’interpello è differente dalla consulenza giuridica. Mentre l’interpello, infatti, è finalizzato alla soluzione di casi concreti e personali, la consulenza giuridica si occupa dell'individuazione del corretto trattamento fiscale di fattispecie riferite a problematiche di carattere generale prospettate, anche nel corso di attività di controllo o in sede di esame di istanze di rimborso o di autotutela, da:

  •  Uffici dell'Amministrazione Finanziaria, inclusa Equitalia;
  • Associazioni sindacali e di categoria e Ordini professionali;
  • Amministrazioni dello Stato, enti pubblici, enti pubblici territoriali e assimilati e altri enti istituzionali operanti con finalità di interesse pubblico.

Il parere espresso dall’Amministrazione nell’ambito della consulenza giuridica non è vincolante. L’adeguamento del contribuente al parere espresso dall’amministrazione ha come unica conseguenza la non applicabilità di sanzioni o interessi moratori.

Rispetto all’interpello quindi la funzione della consulenza giuridica è ridotta e deve considerarsi semplicemente, come una delle vie volte a favorire una compartecipazione nella gestione del rapporto d’imposta, in una logica di ricercata tax compliance, e non presenta le potenzialità deflattive proprie dell’interpello. 

 


Data Aggiornamento: 18/10/2019