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App per cibi e bevande a domicilio con obbligo di fatturazione e corrispettivi

Nel principio di diritto 3 del 6 febbraio 2020, allegato a questo articolo, l'Agenzia delle Entrate ha fornito chiarimenti in meritoa i servizi elettronici resi dalle app che consentono di visualizzare i ristoranti e ordinare cibi e bevande.

In particolare, ai sensi dell'articolo 7, comma 3, lettera u), del regolamento di esecuzione (UE) n. 282/2011 del Consiglio del 15 marzo 2011, recante disposizioni di applicazione della direttiva 2006/112/CE relativa al sistema comune di imposta sul valore aggiunto,non costituisce "servizio elettronico" l'applicazione che consente di visualizzare l'offerta di ristoranti italiani affiliati ed effettuare ordini di cibo e bevande, poi consegnati direttamente al domicilio degli acquirenti (consumatori residenti in Italia).

Pertanto il suo utilizzo, con relativi (eventuali) costi addebitati ai consumatori, non può beneficiare dell'esonero dagli obblighi di fatturazione e di certificazione dei corrispettivi, ma ricade nelle regole generali, dovendo quindi essere documentato

  • tramite fattura ex articolo 21 del decreto IVA (se richiesta dall'utente)
  • tramite memorizzazione elettronica ed invio telematico dei corrispettivi giornalieri.

Le medesime regole generali trovano applicazione in riferimento al servizio di consegna degli ordini, per il quale va escluso il carattere accessorio rispetto alla cessione dei beni se non effettuato dal cedente ovvero per suo conto e a sue spese. 

 


Fonte: Fisco e Tasse
News del: 07/02/2020


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