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Doppia imposizione contributiva per i soci amministratori di una Srl

La Corte di Cassazione, con la Sentenza n. 17365 del 26 agosto 2016, ha chiarito che la coesistenza di attività riconducibili al commercio e all'amministrazione della società comporta l'obbligo di doppia contribuzione. Quindi per il soggetto che svolge attività di amministratore o socio e che lavora anche nella Srl, tanto più se nell'ambito di una piccola società, non scatta il criterio dell’attività prevalente, ma quello della sussistenza degli elementi della abitualità e professionalità della prestazione lavorativa, rendendo di conseguenza possibile la doppia imposizione contributiva.

La verifica della sussistenza di requisiti di legge per tale "coesistenza" è compito del giudice di merito, fermo restando che l'onere probatorio grava sull'ente previdenziale, tenuto a provare i fatti costitutivi dell'obbligo contributivo (cfr. ex multis Cass., 20 aprile 2002, n. 5763; Cass., 6 novembre 2009, n. 23600).

Ai fini di tale valutazione e, quindi, della prova del personale apporto all'attività di impresa, con diretta ed abituale ingerenza dell'amministratore nel ciclo produttivo della stessa, possono assumere rilevanza elementi quali la complessità o meno dell'impresa, l'esistenza o meno di dipendenti e/o collaboratori, la loro qualifica e le loro mansioni (così, ad esempio, in presenza di una società di capitali con numerosi dipendenti ed un sistema organizzato di controlli sul personale, la diretta partecipazione al lavoro aziendale dell’amministratore, ancorché pure socio, non beneficia di elementi presuntivi che diversamente possono sussistere quando si è in presenza di una società con due soli soci, di cui uno amministratore, e senza dipendenti - si veda, per una ipotesi di questo secondo tipo, Cass. 11 luglio 2012, n. 11685).

La Cassazione ha affermato infatti quanto segue: “il concorso di attività di lavoro autonomo (come amministratore della società), soggetta ex se alla contribuzione nella Gestione separata sui compensi a tale titolo percepiti, e quella di socio lavoratore della società stessa comporta l'obbligo della duplice iscrizione. In tal caso, come in quello in esame, la fattispecie non è quella del contemporaneo esercizio dell'attività di commerciante (comprensivo delle nuove figure previste dalla L. n. 662 del 1996, art. 1, commi 196-197 e 202-202), artigiano o coltivatore diretto, previsto dalla norma suddetta, ma vede un'attività di lavoro autonomo affiancata ad una collaborazione come socio lavoratore nell'impresa, fattispecie quest'ultima per la quale testualmente non opera il criterio dell'attività prevalente", ma ogni attività segue il suo regime previdenziale (in tal senso Cass. n. 17076/2011)".


Fonte: Fisco e Tasse
News del: 06/09/2016


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