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Lotta alle frodi comunitarie e ai reati di evasione IVA: nuovi decreti in arrivo

Il Consiglio dei Ministri del 23 gennaio 2020 ha esaminato e approvato preliminarmente lo schema di Decreto Legislativo relativo all’attuazione della direttiva (UE) 2017/1371, in tema di lotta contro la frode che lede gli interessi finanziari dell'Unione mediante il diritto penale.

La finalità della Direttiva è proprio quella di armonizzare le normative nazionali in materia di diritto penale, a garanzia delle risorse economiche e degli interessi finanziari dell’Unione.

Conseguenza particolarmente significativa del recepimento della Direttiva è rappresentata dall’ampliamento dei reati presupposto per la responsabilità amministrativa degli enti e in generale dalla modifica alla normativa di riferimento (D.Lgs. 231/2001).

Tra le novità previste dal Governo si riportano le seguenti:

  • viene punito il tentativo di delitto nei reati fiscali aventi carattere di transnazionalità e qualora l’evasione dell’imposta IVA sia superiore a 10 milioni di euro;
  • vengono aggiunti ulteriori reati tributari che determinano la responsabilità della società, quali la dichiarazione infedele, il reato di omessa dichiarazione e di indebita compensazione;
  • anche per quanto riguarda i delitti di frode nelle pubbliche forniture, il reato di frode in agricoltura, il reato di contrabbando (con sanzione parametrata al superamento della soglia di 100.000), la società può essere chiamata a rispondere;
  • tra i reati contro la pubblica amministrazione di cui possono rispondere le società, vengono inclusi il delitto di peculato e quello di abuso d’ufficio;
  • per quanto riguarda i delitti di corruzione vengono inclusi anche i casi in cui siano sottratti denaro o utilità al bilancio dell’Unione o ad altri suoi organismi (provocando un danno superiore a 100.000 euro) per i quali la pena massima viene aumentata fino a 4 anni di reclusione;
  • è inoltre prevista la punibilità a titolo di corruzione dei pubblici ufficiali e degli incaricati di pubblico servizio di Stati non appartenenti all’Unione europea, quando i fatti ledono o pongono in pericolo gli interessi finanziari dell’Unione.

Le novità introdotte con riferimento alla responsabilità amministrativa degli enti, determinano senza dubbio la necessità che i soggetti giuridici destinatari delle norme adeguino i c.d. “Modelli 231” già adottati tenendo conto dei rischi fiscali connessi alla propria attività e predispongano sistemi di gestione volti a prevenire le situazioni che potrebbero condurre alla concretizzazione del rischio fiscale.

 


Fonte: Fisco e Tasse
News del: 27/01/2020


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