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Lavori di ristrutturazione e convivenza: ecco chi detrae

Ancora chiarimenti sul tema della convivenza e delle ristrutturazioni edilizie. A telefisco 2018 è stato chiesto se la moglie può detrarre il 36-50% delle spese che sostiene per i lavori edili di recupero del patrimonio edilizio su una casa di proprietà del marito, anche se manca la convivenza con il marito, nella casa da ristrutturare, prima dell’inizio dei lavori. Come chiarito con la circolare 7 /E del 2017, la detrazione spetta al familiare convivente del possessore o detentore dell’immobile oggetto dell’intervento. Per familiari, si intendono, a norma dell’articolo 5, comma 5, del Tuir,

  • il coniuge,
  • i parenti entro il terzo grado
  • gli affini entro il secondo grado.

Lo status di convivenza, deve, sussistere già al momento in cui si attiva la procedura ovvero alla data di inizio dei lavori. La detrazione spetta al familiare per i costi sostenuti per gli interventi effettuati su una qualsiasi delle abitazioni in cui si esplica la convivenza, purché tale immobile risulti a disposizione. Non è nemmeno richiesto che l’immobile oggetto dell’intervento sia adibito abitazione principale del proprietario o del familiare convivente.

Attenzione però, la detrazione non spetta, quindi, per le spese riferite ad immobili a disposizione di altri familiari (ad esempio il marito non potrà fruire della detrazione per le spese di ristrutturazione di un immobile di proprietà della moglie dato in comodato alla figlia) o di terzi. 


Fonte: Il Sole 24 Ore
News del: 06/02/2018


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