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La Manovra di Ferragosto 2011 è stata approvata dalla Commissione Bilancio del Senato



Via libera della Commissione Bilancio del Senato al pacchetto di emendamenti alla Manovra di Ferragosto 2011. Approvate in extremis alcune modifiche del provvedimento che approderà il 6 settembre nell’aula del Senato, tra cui - • deroghe alle leggi sul lavoro, compreso il licenziamento; • salve le feste laiche; • online le dichiarazioni dei redditi, ma senza nomi e cognomi dei contribuenti; • riforma uffici giudiziari; • salvi i mini enti di ricerca e di cultura; • controlli preventivi dell’Agenzia delle Entrate, etc.


Il 4 settembre 2011 è stato approvato in Commissione Bilancio del Senato 2011 il pacchetto di emendamenti al D.L. n. 138/2011(c.d. “Manovra di Ferragosto 2011).

Tra le novità spunta la cancellazione dell'obbligo di indicare il nome della banca sulla dichiarazione dei redditi.
La commissione, su proposta del governo, ha modificato anche il testo che prevede la pubblicazione delle dichiarazioni dei redditi su internet da parte dei Comuni: si farà, ma senza nomi e cognomi dei contribuenti. Accolto anche l’emendamento del PD: il 1° Maggio, il 25 Aprile e il 2 Giugno non saranno più accorpate alla domenica. Sul fronte del lavoro, saranno possibili deroghe alle leggi nazionali sul contratto di lavoro per gli accordi aziendali e territoriali, comprese quelle sui licenziamenti. Il testo, che arriverà in aula del Senato martedì 6 settembre, contiene poi il pacchetto fiscale previsto dall'emendamento del Governo alla manovra.

Ecco alcune delle principali novità contenute nel pacchetto di emendamenti alla Manovra di Ferragosto 2011 approvate dalla Commissione Bilancio del Senato:

  • deroghe alle leggi sul lavoro, compreso il licenziamento: le intese sottoscritte a livello aziendale o territoriale potranno derogare ai contratti ed alle leggi nazionali sul lavoro, incluso lo Statuto dei lavoratori, ed alle relative norme, comprese quelle sui licenziamenti. In altre parole, le aziende potranno ricorrere più facilmente ai licenziamenti senza giusta causa, aggirando il divieto sancito dall'art. 18 dello Statuto dei lavoratori, potendo sfruttare le misure di "indennizzo" alternative al reintegro del lavoratore, se questo potere sarà dato loro da un'intesa con i sindacati maggioritari in azienda. Recepito anche l’accordo del 28 giugno sulla rappresentanza sindacale;
  • mamme più tutelate: si amplia alle neo mamme la platea dei soggetti che non possono essere licenziati in deroga alle leggi;
  • salve le feste laiche: il 1° maggio, il 25 aprile e il 2 giugno non verranno accorpate alla domenica;
  • carcere ai maxi-evasori: chi sarà condannato per aver evaso imposte per oltre tre milioni di euro andrà in carcere senza poter beneficiare della sospensione condizionale della pena prevista dal codice penale. La norma non è retroattiva;
  • online le dichiarazioni dei redditi: potranno essere pubblicate online, sui siti dei Comuni, le dichiarazioni dei redditi, ma soltanto per aggregati o categorie. I criteri e le modalità verranno definiti con un Decreto del Presidente del Consiglio su proposta del Ministero dell’Economia, d’intesa con la Conferenza Stato-Città;
  • reati fiscali più facili: previsto l’abbassamento delle soglie oltre le quali scattano le pene per i reati fiscali; i termini di prescrizione per i reati fiscali vengono elevati di un terzo, mentre il patteggiamento è ammesso solo se prima dell’apertura del procedimento di primo grado il contribuente salda il suo debito;
  • stretta sulle società di comodo: a partire dal 2012 aumenta al 38% l’aliquota IRES dovuta dalle società di comodo; nel regime delle società non operative entrano anche le società che dichiarano perdite fiscali per 3 anni consecutivi oppure 2 anni in perdita e uno con reddito inferiore alle soglie degli enti non operativi;
  • minori sgravi alle cooperative: aumenta del 10% la base imponibile dell’utile delle società cooperative a mutualità prevalente. Saltati gli emendamenti che avrebbero escluso le Banche di credito cooperativo;
  • premi alle PMI senza contanti: sanzioni dimezzate per imprese e professionisti con ricavi e compensi non superiori ai 5 milioni di euro, in caso di violazione delle dichiarazioni Irpef e IVA, se utilizzano strumenti di pagamento tracciabili;
  • i conti bancari in dichiarazione: cancellato l’obbligo, inizialmente ipotizzato, di segnalare in dichiarazione dei redditi le banche e gli operatori finanziari presso cui si effettuano le operazioni;
  • liste nere dei contribuenti: l’Agenzia delle Entrate potrà attraverso gli intermediari finanziari stilare liste di contribuenti da mettere sotto controllo in via preventiva;
  • eliminazione del contributo di solidarietà per i privati: scompare il contributo di solidarietà del 5% per i redditi sopra i 90.000 euro e del 10% per i redditi oltre i 150.000, mentre resta il taglio degli stipendi più alti del pubblico impiego e il prelievo sulle pensioni d’oro;
  • salve le province, ma non i consiglieri: cancellata la norma che aboliva le province più piccole, ma è confermato il dimezzamento dei consiglieri provinciali;
  • risorse agli enti locali: le risorse derivanti dalla Robin Tax andranno totalmente a ridurre i tagli agli enti locali e non ai ministeri;
  • riforma uffici giudiziari: arriva la delega al governo per il riordino degli uffici giudiziari, tenendo conto di alcuni criteri base tra cui il numero di abitanti, l’estensione e i carichi di lavoro;
  • limitazione alla liberalizzazione delle farmacie: prevista la necessità di mantenere un limite al numero di persone titolate ad esercitare una professione connessa “alla salute umana”;
  • salvi i mini enti di ricerca e di cultura: salvi dalla soppressione i piccoli enti di ricerca e culturali con meno di 70 dipendenti. Vengono risparmiate istituzioni come l’Accademia dei Lincei e l’Accademia della Crusca.