La disciplina entrata in vigore il 7 marzo 2015 si occupa in particolare del nuovo licenziamento per giustificato motivo oggettivo (c.d. licenziamento economico), giustificato motivo soggettivo o giusta causa (c.d. licenziamento disciplinare), nel senso di una riduzione dell’area della tutela reale (ossia della reintegrazione nel posto di lavoro) e, contemporaneamente, di un ampliamento dell’area della tutela obbligatoria (indennità) in caso di licenziamento illegittimo
I sindacati hanno attaccato duramente la riforma e hanno raccolto le firme per un
referendum abrogativo della nuova disciplina che però la Corte Costituzionale con decisione giunta nello scorso mese di gennaio 2017 non ha ritenuto ammissibile . Il segretario della CGIL Camusso ha annunciato però che la battaglia sindacale non si ferma e che intende portare la questione dinnanzi alla Corte Europea.
In attesa di ulteriori sviluppi, rivediamo l'evoluzione normativa sul tema fino ad oggi.