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Collaborazioni a progetto nel mirino del Ministero

Il ministero del Lavoro e delle Politiche sociali con la circolare 29-2012 del 12 dicembre è intervenuto ieri  per chiarire che in alcuni specifici ambiti l’utilizzo di contratti di lavoro a progetto detti co.co.pro può essere considerato particolarmente sospetto e richiede quindi una particolare vigilanza da parte degli ispettori che possono intervenire per ricodurli "nell'aveo della subordinazione". Ciò anche sulla scorta delle modifiche apportate dalla Riforma del Lavoro L. 92/2012 introdotto per scongiurare l’utilizzo non corretto di questo tipo di contratto e gli orientamenti di giurisprudenza recente (Tribunale di Bari sentenza n. 4144 del 16 aprile 2012 , trib Milano sentenza del 18.7.2011). Le mansioni elencate sono le seguenti:

  • distribuzione di bollette o alla consegna di giornali, riviste ed elenchi telefonici;
  • addetti alle pulizie;
  • autisti e autotrasportatori;
  • baristi, camerieri e commessi in genere ;
  • custodi e portieri;
  • estetiste e parrucchieri;
  • facchini e magazzinieri;
  • istruttori di autoscuola; letturisti di contatori; 
  • muratori e qualifiche operaie dell'edilizia; piloti e assistenti di volo;
  • manodopera nel settore agricolo;
  • attività di segreteria e terminalisti
  • prestazioni rese nell'ambito di call center

Per questo tipo di lavoro infatti il ministero afferma che risulta difficile dimostrare l'autonomia operativa nell'esecuzione dell'attività, espressamente richiesta dall’art. 61 che recita “il progetto non può comportare lo svolgimento di compiti meramente esecutivi o ripetitivi” .




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Speciale del: 12/12/2012