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Ape: esempi di calcolo

La riforma previdenziale inserita dal Governo nella legge di bilancio 2017, come noto, permette di anticipare l'uscita dal mercato del lavoro e l'erogazione della pensione fino a 3 anni e 7 mesi prima del termine di legge previsto per la pensione di vecchiaia. In attesa dei decreti attuativi previsti per l'inizio di marzo vediamo  i dettagli sulla flessibilità in uscita , tratti dal  documento esplicativo  pubblicato sul web dal Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Nannicini, che se ne  è occupato in prima persona, si evidenzia che la riforma si basa su tre principi:
• il principio della flessibilità in uscita ossia la  libertà del lavoratore di anticipare la pensione , a costo zero se dettata da necessità o condizioni di bisogno,  costosa se per scelta personale
il principio dell'equità attuariale ossia salvaguardare gli obiettivi di finanza pubblica e il corretto rapporto tra le pensioni presenti e future , delle diverse generazioni
• il principio dell'equità sociale  ossia un trattamento "equo" tra lavoratori precoci lavoratori con  occupazioni usuranti o pesanti, disoccupati, lavoratori con redditi molto bassi.
L'anticipo pensionistico ,ribattezzato "APE" potrà prendere  tre forme diverse:  volontaria - sociale - aziendale, sulla base di alcuni requisiti soggettivi e oggettivi dei lavoratori che la richiedono.  Va ricordato infatti che l'anticipo pensionistico si realizzerà con l'erogazione di assegni grazie ad un prestito da parte di istituti finanziari convenzionati con l'INPS, che coprire gli anni mancanti alla pensione . Tale prestito sarà restituito alle banche  nei vent'anni successivi , a condizioni di favore e con detrazioni fiscali sugli interessi. Chi è in condizioni particolari di bisogno o sper ristrutturazioni aziendali potrà essere sostenuto nella restituzione del prestito ventennale da parte dello stato (Ape sociale ) o da parte della propria azienda (Ape aziendale - sulla base di specifici accordi)

Vi sono però  nella legge di stabilità altre facilitazioni sempre in tema di flessibilità in uscita che non prevedono necessariamente il meccanismo dell'APE,  con il prestito finanziato ventennale , in particolare per i lavoratori impegnati in occupazioni usuranti o particolarmente pesanti .

Vediamo allora in sintesi tutti gli interventi sulla  flessibilità in uscita , suddivisi per categorie di lavoratori :

CATEGORIE

CARATTERISTICHE

STRUMENTI E NUMERO ANNI DI ANTICIPO

ONERI PREVISTI SULLA PENSIONE

lavoratori dipendenti a autonomi con 63 anni di età

Che maturano la pensione di vecchiaia entro 3 anni e 7 mesi

Ape volontaria - max 3 anni e 7 mesi

Da 2% a 5,5% per anno di anticipo

lavoratori dipendenti e autonomi  in stato di particolare necessità con almeno 63 anni di età

a)      Disoccupati senza ammortizzatori sociali

b)      Familiari di 1° grado disabili

c)       Invalidità personale da 74%

d)      lavoratori con mansioni pesanti*

Ape sociale

Nessun onere per chi a pensioni fino a 1500 euro lordi

lavoratori dipendenti  aderenti a  previdenza complementare

Che maturano la pensione di vecchiaia entro 3 anni e 7 mesi

RITA Rendita integrativa temporanea anticipata : Utilizzo del montante integrativo maturato per l'anticipo dell'assegno

Tassazione sostitutiva sulla redita min.9%max 15%

Lavoratori dipendenti e autonomi "precoci" ( con 12 mesi di contributi prima dei 19 anni )

 

Se

a)      Disoccupati senza ammortizzatori sociali

a)      con familiari di 1° grado disabili

b)      Invalidità personale da 74%

c)       lavoratori con mansioni pesanti

Pensione con 41 anni di contributi .

possibile anticipo di:

 1 anno e 10 mesi per gli uomini-

 10 mesi per le donne

 Nessun onere

Lavoratori impegnati in occupazioni usuranti e notturne**

Che abbiano almeno 36 anni di contributi

Pensione anticipata per lavoro usurante 

Nessun onere  -

Ulteriore anticipo di 18 mesi (oggi in pensione a 62 anni e 7 mesi

Specifichiamo negli elenchi che seguono le due differenti categorie di lavoro usurante**  e lavoro pesante* previste nella legge:

ATTIVITÀ USURANTI**

1. Lavori in galleria, cava o miniera

2. Lavori in cassoni ad aria compressa

3. Lavori svolti dai palombari

4. Lavori ad alte temperature

5. Lavorazione del vetro cavo

6. Lavori espletati in spazi stretti

7. Lavori di asportazione dell'amianto

8. Lavori notturni

9. Lavori addetti alla c.d. “linea catena"

ATTIVITÀ PARTICOLARMENTE  PESANTI *

1. Operai dell’industria estrattiva, dell’edilizia e della manutenzione degli edifici

2. Conduttori di gru, di macchinari mobili per la perforazione nelle costruzioni

3. Conciatori di pelli e di pellicce

4. Conduttori di convogli ferroviari e personale viaggiante

5. Conduttori di mezzi pesanti e camion

6. Professioni sanitarie infermieristiche ed ostetriche ospedaliere con lavoro organizzato in turni

7.  Addetti all'assistenza personale di persone in condizioni di non autosufficienza

8. Professori di scuola preprimaria ( scuole materne)

9. Facchini, addetti allo spostamento merci ed assimilati

10.Personale non qualificato addetto ai servizi di pulizia

11. Operatori ecologici e altri raccoglitori e separatori di rifiuti

Il documento del Governo si sofferma anche a spiegare alcune  motivazioni delle scelte fatte.

Ad esempio perchè per i lavoratori invalidi sono richiesti 30 anni di contributi per l'accesso all'Ape sociale ? Viene risposto che  i limiti effettivi sono piu bassi perche ai lavoratori invalidi è già riconosciuta una maggiorazione di due mesi per ogni anno lavorato
Perché sono previsti 36 anni  di requisito contributivo per i lavori particolarmente pesanti ? La scelta  è giustificata dal fatto che si è dovuto provvedere a tutelare soprattutto chi ha lavorato piu a lungo e non creare disparità di accesso  con lavoratori ugualmente meritevoli come quelli impegnati in attività usuranti. Inoltre in termini di lavoro effettivo perche sono considerati anche i periodi di disoccupazione
Sui lavoratori precoci si  specifica invece che  l'intervento è ispirato a principi di equità e sostenibilità e dato l'innalzamento dell'aspettativa di vita  non si puo tornare indietro a 41 anni di contributi per tutti  ma si aiuta comunque chi è in condizione di bisogno.

Su quest'ultimo punto il sindacati hanno chiesto un ampliamento della platea dei beneficiari e il Ministro Poletti ha aperto alla possibilità di discuterne nei nuovi incontri , previsti   per la cosiddetta fase 2 della Riforma  pensioni. Il primo incontro è  previsto per il  21 febbraio 2017.




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Speciale del: 02/03/2017