La Legge n. 48 del 2017, che ha convertito il decreto legge sicurezza n. 14 del 2017, ha delineato la videosorveglianza urbana quale:
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mezzo di tutela del decoro urbano,
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strumento di contrasto della criminalità.
Lo stesso provvedimento ha previsto degli interventi utili al potenziamento dei sistemi di videosorveglianza:
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stanziando 30 milioni di euro complessivi per gli anni 2018 e 2019, accessibili da parte dei Comuni, sulla base dei decreti del Ministro dell'interno, emanati di concerto con il Ministro dell'economia e delle finanze,
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prevedendo la compartecipazione dei privati.
Più in particolare, soggetti quali:
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enti gestori di edilizia residenziale,
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amministratori di condomini,
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imprese, anche individuali,
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associazioni di categoria,
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consorzi o comitati costituiti fra imprese,
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professionisti o residenti,
dotati di almeno dieci impianti, hanno la facoltà di proporre progetti per la messa in opera, a loro carico, di sistemi di sorveglianza tecnologicamente avanzati , dotati di software di analisi video per il monitoraggio attivo con invio di allarmi automatici a centrali di:
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forze di polizia, oppure
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istituti di vigilanza privata convenzionati.
Secondo il disegno normativo, le entità private, sopra specificate, per poter beneficiare delle riduzioni delle imposte comunali:
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rinunziano al controllo diretto del proprio impianto di videosorveglianza,
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mettono le immagini a disposizione del Comune, che le gestirà in autonomia.
Gli effetti sono:
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l'ampliamento delle aree cittadine videosorvegliate,
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l'accrescimento della più generale sicurezza urbana.
Pertanto, i Comuni, nella finalità di sostenere la cooperazione coi privati, a decorrere dall'anno corrente, in favore dei soggetti che assumeranno a proprio carico quote degli oneri:
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di investimento,
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di manutenzione,
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di gestione dei sistemi di videosorveglianza,
prevedono detrazioni:
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dall'imposta municipale propria (IMU),
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dal tributo per i servizi indivisibili (TASI).