Nella recente circolare 9 del 13 Marzo 2014 dell'Assonime, l'influente associazione che riunisce le società per azioni italiane, fa alcune importanti considerazioni .
Innazitutto evidenzia che gli aumenti di aliquote hanno pesanti effetti anche in quanto appesantiscono "l’ulteriore componente fiscale , Iva e addizionali regionali" che grava su tali prodotti , tenendo presente tra l'altro che alcune Regioni hanno deliberato incrementi delle addizionali regionali o creato una nuova imposta ad hoc detta IRBA (Imposta Regionale sulla Benzina per Autotrazione). Si tratta in particolare di Calabria, Lazio Piemonte, Liguria, Marche .
Inoltre l'Assonime, citando anche “Relazione quadrimestrale sulla tipologia delle coperture finanziarie adottate e sulle tecniche di quantificazione degli oneri. Leggi pubblicate nel quadrimestre settembre-dicembre 2013”, della Corte di Conti a sezioni Unite, ammonisce che:
"tali aumenti se, da un lato, hanno contribuito ad incrementare i costi relativi al trasporto dei beni e, di conseguenza, il costo dei beni stessi, specie di quelli di più largo consumo – dall’altro, potrebbero non sortire l’effetto di maggior gettito erariale cui erano destinati. con pericoli squilibri nei programmato equilibrio dei conti pubblici infatti il notevole incremento della pressione fiscale sulla benzina e sul gasolio – da un lato – e la grave crisi economica in atto – dall’altro – hanno contribuito a determinare una significativa contrazione dei relativi consumi".
La circolare della Assonime, riprendendo ancora l'autorevole parere della Corte dei conti avanza perplessità anche sotto un profilo più strettamente giuridico in quanto gli incrementi delle aliquote di accisa intervenuti nel periodo aprile 2011 – marzo 2014 , sono stati "stabiliti prevalentemente con Determinazioni emanate dal Direttore dell’Agenzia delle dogane" (divenuta dal 1° dicembre 2012: Agenzia delle dogane e dei monopoli) le quali sebbene in attuazione di disposizioni normative di rango primario. sono disposizioni di prassi che “oltre a rappresentare di fatto una riconfigurazione non irrilevante dell’equilibrio tra i poteri dello Stato”, potrebbero rischiare di " infondere nel sistema elementi di incertezza circa l’effettiva portata finanziaria delle disposizioni, il che rileva anche dal punto di vista del rapporto che intercorre tra pubblica amministrazione e platea dei destinatari".