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Criptovalute: tassazione e obblighi dichiarativi, come orientarsi

Il momento impositivo e il problema di fondo

La difficoltà dell’inquadrare in modo semplice e schematico la tassazione delle criptovalute deriva dal fatto che questa, in Italia, non è oggetto di regolamentazione specifica.

Di conseguenza sarà necessario inquadrare per natura l’attività, al fine di applicare le norme fiscali più coerenti per assimilazione; con tutte le conseguenze del fatto in termini di opinabilità.

Più concretamente, oggi, l’inquadramento fiscale applicato alle criptovalute discende da interpretazioni di prassi, sostenute da alcuni appoggi giurisprudenziali: questo rende la normativa fumosa nella definizione dei suoi confini, e incerta a causa del suo continuo divenire.

Per chi non lo sapesse, il ciclo di vita di una criptovaluta è caratterizzato da tre momenti: 

  • la creazione (mining per gli esterofili o per i tecnici), 
  • il deposito
  • lo scambio.

In base alla configurazione attuale della disciplina sul tema, il momento impositivo è rappresentato dallo scambio: nel momento in cui la criptovaluta viene utilizzata per acquistare beni o servizi, o scambiata con diversa valuta (tradizionale o virtuale), essa diviene oggetto di tassazione.

In termini di obblighi dichiarativi, invece, sono interessati due momenti: 

  1. lo scambio, che interessa la tassazione, 
  2. e la detenzione, che può interessare il monitoraggio fiscale.
Fonte: Agenzia delle Entrate


Aggiornata il: 22/03/2022