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Credito imposta mediazione e controversie: come fruirne nella dichiarazione 2021

Credito d'imposta mediazione controversie: cos'è

Ai contribuenti che, per la risoluzione di controversie civili o commerciali, si avvalgono di soggetti abilitati a svolgere procedimenti di mediazione, spetta un credito d’imposta pari all’indennità a questi corrisposta. 

Il credito è riconosciuto

  1.  entro il limite massimo di euro 500 in caso di successo della mediazione
  2. entro il limite massimo di 250 euro in caso di insuccesso.

Attenzione va prestata al fatto che il credito d’imposta deve essere indicato, a pena di decadenza, nella dichiarazione dei redditi ed è utilizzabile a partire dalla data di ricevimento della predetta comunicazione. In caso di omessa indicazione del credito nella dichiarazione dei redditi, si decade dal beneficio.  

Il credito 

  • non dà luogo a rimborso 
  • non concorre alla formazione del reddito ai fini delle imposte sui redditi.

Pertanto, nel caso in cui la quota del credito spettante per l’anno d’imposta 2020 risulti superiore all’imposta netta, il credito che non ha trovato capienza potrà essere utilizzato dal contribuente nella successiva dichiarazione dei redditi. 

Il credito d’imposta in esame può essere utilizzato in compensazione, tramite modello F24 o in diminuzione dell’IRPEF.

Il limite di euro 500 o di euro 250 è da intendersi riferito a ciascun procedimento e pertanto, in caso di più mediazioni, è possibile fruire di un importo eccedente il limite di euro 500. 

In dichiarazione occorre distinguere il credito d’imposta (da indicare in colonna 3) utilizzato in compensazione nel modello F24 fino alla data di presentazione della dichiarazione

Fonte: Fisco e Tasse


Aggiornata il: 28/06/2021