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Bilanci 2017: il criterio del costo ammortizzato

Calcolo del costo ammortizzato per la valutazione dei crediti

La prima cosa da fare per applicare il criterio del costo ammortizzato nella valutazione dei crediti, è effettuare la rilevazione iniziale del credito, considerando che il valore di iscrizione iniziale è rappresentato dal valore nominale del credito:

  • al netto di premi, sconti, abbuoni
  • inclusi i costi direttamente attribuibili alla transazione che ha generato il credito cioè: costi di transazione, commissioni attive e passive e ogni differenza tra valore iniziale e valore nominale a scadenza.

Come specificato nel principio contabile OIC 15- Crediti attualmente in consultazione: “L’ammortamento dei costi di transizione, delle commissioni attive o passive, integra o rettifica gli interessi attivi calcolati al tasso nominale di modo che il tasso di interesse effettivo possa rimanere un tasso di interesse costante lungo la durata del credito da applicarsi al suo valore contabile.

In altre parole gli interessi attivi calcolati al tasso nominale (come da contratto stipulato tra le parti) sono “corretti” per tenere conto dell’ammortamento dei costi di transizione e delle commissioni lungo tutta la durata del credito, trovando così un tasso di interesse effettivo costante per tutto il periodo in cui è concesso il credito.

Attenzione: Dal momento che l’interesse rilevato a Conto economico è quello effettivo e non quello nominale concordato tra le parti, alla fine dell’esercizio sarà necessario fare due diverse scritture contabili.
Nella prima si registra nello stato patrimoniale l’incasso degli interessi attivi nominali come definiti nel contratto.

Banca c/c                  a

Credito verso terzi

Nella seconda invece si registrano in Conto Economico gli interessi calcolati con il TIR.

Credito verso terzi a

Interessi attivi     

 

Fonte:


Aggiornata il: 12/02/2018