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Commercio elettronico 2018 e sue caratteristiche

Commercio elettronico 2018: definizioni

La prima a darne una definizione univoca è stata la Commissione Europea nella Comunicazione COM (97) 157 intitolata “Un’iniziativa europea in materia di commercio elettronico” del 15 aprile 1997.

Nella comunicazione il commercio elettronico viene definito come: “lo svolgimento di attività commerciali per via elettronica. Basato sull’elaborazione e la trasmissione di dati (tra cui testo, suoni e immagini video) per via elettronica, esso comprende attività disparate quali:

  • commercializzazione di merci e servizi per via elettronica;
  • distribuzione on-line di contenuti digitali;
  • effettuazione per via elettronica di operazioni quali trasferimenti di fondi, compravendita di azioni, emissione di polizze a carico, vendite all’asta, progettazione e ingegneria in cooperazione; on-line sourcing;
  • appalti pubblici per via elettronica, vendita diretta al consumatore e servizi post-vendita.

Il commercio elettronico comprende prodotti (ad es., prodotti di consumo, apparecchiature specialistiche per il servizio sanitario), servizi (ad es., servizi d’informazione, servizi giuridici e finanziari), attività di tipo tradizionale (ad. es., l’assistenza sanitaria e l’istruzione) e di nuovo tipo (ad es., “centri commerciali virtuali”).
Sempre nel 1997 l’Ocse definisce il commercio elettronico come “ogni transazione commerciale avente luogo su reti aperte, quali Internet” , aggiungendo poi che “il commercio elettronico si riferisce generalmente a tutte le forme di operazioni relative ad attività commerciali, relative sia alle organizzazioni sia agli individui, che si basano sul trattamento e la trasmissione di dati digitalizzati, tra cui testo, suoni e immagini visive” .

Una descrizione senz’altro più sintetica viene fornita dall’European Information Technology Observatory , che definisce il commercio elettronico “l’esecuzione di attività che portano ad uno scambio di valoreattraverso le reti delle telecomunicazioni”.

A livello domestico, una prima definizione viene circolarizzata dal Ministero dell’industria del commercio e dell’artigianato nel documento del 1998 denominato/rubricato “Linee di politica industriale per il commercio elettronico”.

Tale documento inquadra il commercio elettronico come “lo svolgimento di attività commerciali e di transazioni per via elettronica e comprenderebbe attività diverse quali la commercializzazione di beni e servizi per via elettronica; la distribuzione on-line di contenuti digitali, l’effettuazione per via elettronica di operazioni finanziarie e di borsa, gli appalti pubblici per via elettronica ed altre procedure di tipo transattivo della Pubblica Amministrazione”.

Ne deriva quindi che la caratteristica peculiare del commercio elettronico è proprio la sua eterogeneità.

Si può notare, in tal senso, come una prima distinzione fattuale emerge proprio dalle definizioni di commercio elettronico. Ed invero, alcuni limitano tali attività alle reti aperte (reti che consentono l’accesso a chiunque), altri invece ricomprendono nella definizione le attività svolte nelle reti chiuse (o reti intranet) il cui accesso è limitato ad alcuni soggetti.
La dottrina maggioritaria, per altro verso, si è occupata di classificare in maniera omogenea tutta una serie di attività riconducibili all’e-commerce principalmente sotto due profili quello oggettivo e soggettivo.

 

Fonte: Fisco e Tasse


Aggiornata il: 24/07/2018