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Crisi d’impresa: riforma entro metà novembre

La riforma del fallimento rispetta le raccomandazioni europee

La bozza Bonafede rispecchia, strutturalmente, la primigenia, tenendo in considerazione le istanze avanzate dai referenti di imprese e professionisti e, al contempo, tenendo in debito conto le sollecitazioni normative europee, elencate nella Relazione illustrativa:

  • il Regolamento (UE) 2015/848 in tema di efficienza e efficacia delle procedure di insolvenza per il buon funzionamento del mercato interno in ragione delle sempre più crescenti implicazioni transfrontaliere;
  • la Raccomandazione n. 2014/135/UE, che ha imposto il duplice obiettivo:
  • di garantire alle imprese sane in difficoltà finanziarie l’accesso a un quadro nazionale in materia di insolvenza che permetta di ristrutturarsi in una fase precoce,
  • di dare una seconda opportunità in tutta l’Unione agli imprenditori onesti che falliscono.

In altre parole, tale raccomandazione si orienta a consentire, alle imprese sane in difficoltà finanziaria, di ristrutturarsi in una fase precoce, nella finalità di evitare l’insolvenza e proseguire l’attività.

Si evidenzia, ulteriormente, che  la bozza di decreto tiene conto sia delle dimensioni che delle attività delle imprese, le quali possono essere molto diverse.

  • Il Regolamento delegato UE 2016/451 della Commissione, che stabilisce:
  • i principi e i criteri generali per la strategia d’investimento
  • le regole di gestione del Fondo di risoluzione unico.
  • La Proposta di direttiva del Parlamento europeo e del Consiglio del 22 novembre 2016 in tema di quadri di ristrutturazione preventiva, seconda opportunità e misure volte ad aumentare l’efficacia delle procedure di ristrutturazione, insolvenza e liberazione dai debiti che prosegue sulla strada dell’intervento anticipato prima che l’impresa versi in gravi difficoltà.
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Aggiornata il: 12/10/2018