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Crisi d’impresa: riforma entro metà novembre

Gli istituti di allerta: principale novità per prevenire la crisi dell'impresa

Nella nuova impostazione normativa affiora l’esigenza di accelerare l’emersione della crisi mediante l’introduzione di specifici obblighi ed assetti organizzativi di controllo, con istituti di allerta piantonati dagli organi interni preposti alla vigilanza delle imprese collettive. Per agevolare il ricorso alle procedure di allerta e composizione assistita della crisi, il nuovo testo dispone che il loro avviamento:

  • non costituisca causa di risoluzione dei contratti pendenti, finanche se stipulati con amministrazioni pubbliche,
  • non rappresenti motivo di revoca degli affidamenti concessi,
  • rende inefficaci tutti i patti contrari.

Attuando il principio di cui all’articolo 4, comma I, lett. a), della Legge delega (n. 155 del 2017), il nuovo articolato segna i limiti di applicazione degli strumenti di allerta:

  • sono destinati ai debitori che svolgono attività imprenditoriale imprese agricole e alle imprese minori, compatibilmente con la loro struttura organizzativa
  • escludendo:
  • grandi imprese,
  • gruppi di imprese di rilevante dimensione,
  • società con azioni quotate in mercati regolamentati o diffuse fra il pubblico in misura rilevante.

L’obbligo di segnalazione sussiste nelle situazioni ove:

  • è obbligatorio il collegio sindacale,
  • l’ammontare dell’esposizione debitoria risulti significativa, conformemente a determinati parametri.

Si evidenzia, infine, che gli indicatori della crisi risultano rimessi alla disamina del Consiglio nazionale dei dottori commercialisti ed esperti contabili, che dovrà aggiornare la rilevazione ogni triennio.

 

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Aggiornata il: 12/10/2018