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Le agevolazioni fiscali per i Lavoratori Impatriati

L’agevolazione per chi torna a lavorare in Italia

Ai contribuenti, persone fisiche con determinati requisiti (che vedremo nel seguito), che decidono di trasferire la propria attività lavorativa in Italia, è riservata una particolare agevolazione fiscale che consiste nell’abbattimento della base imponibile soggetta a tassazione.

Tali soggetti, esercenti attività di lavoro dipendente o di lavoro autonomo o di impresa, è concesso di abbattere la base imponibile soggetta a imposizione fiscale del 70%, il che vuol dire che solo il 30% dei loro redditi sarà soggetto a IRPEF.

L’agevolazione dura 5 anni ed è rivolta sia ai cittadini italiani precedentemente espatriati, sia ai cittadini non italiani.

La base imponibile del 30% è ridotta al solo 10% nel caso in cui questi contribuenti diventino residenti di alcune regioni del sud Italia, nello specifico: Abruzzo, Puglia, Sardegna, Molise, Basilicata, Sicilia, Campania, Calabria.

L’agevolazione potrà essere prorogata per ulteriori 5 periodi di imposta nel caso in cui il contribuente abbia un figlio minorenne o a carico, oppure nel caso in cui questi abbia acquistato una unità immobiliare residenziale in Italia, con un abbattimento del 50% dell’imponibile, arrivando al 90% dell’imponile nel caso in cui abbia tre figli minorenni o a carico.

(Su questo punto è stata inoltrata il 28 luglio 2020 una interrogazione in Commissione Bilancio alla Camera ed è dubbia l'applicabilità della maggiorazione massima . Vedi la notizia completa "Impatriati:  manca il decreto attuativo per l'agevolazione maggiorata")

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Aggiornata il: 20/08/2020