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Società benefit e inerenza dei costi: possibile superamento delle critiche

Evoluzione di un concetto dinamico dell’inerenza

Il concetto di inerenza risulta essere un concetto dinamico poiché negli anni ha subito un’evoluzione con diverse interpretazioni.

Si è passati da una nozione restrittiva che considerava i costi ed oneri deducibili dal reddito d’impresa solo in presenza di un collegamento funzionale tra il sostenimento di un costo e l’acquisizione di beni, ricavi o proventi fiscalmente rilevanti nella determinazione del reddito d’impresa, e comunque dimostrabili, ad una meno restrittiva che valorizzi le libere scelte organizzative dell’imprenditore. La nozione di inerenza può essere estesa a tutte le spese che l’imprenditore, nella sua discrezionalità, ritenga utili ai fini della ottimizzazione dei risultati dell’impresa, anche se non immediati.

Dal punto di vista fiscale, è imprescindibile l’esistenza della correlazione tra componenti negativi e attività e, pertanto, si ammette la deducibilità di quelle spese che non sono immediatamente produttive di ricavi, ma che si presume lo siano in futuro.

Vi è la necessità di un ulteriore estensione del concetto di inerenza in corrispondenza alle esigenze in atto nel mondo imprenditoriale come quelle di oggi, in cui emerge un “Quarto Settore” fatto di nuove forme ibride di fare impresa, orientate non solo ai profitti ma anche ad attività di interesse generale.

Nel Quarto Settore, l’impresa assume un ruolo sociale in quanto non più mero strumento per perseguire la sola massimizzazione dei profitti ma anche strumento di risposta a bisogni nuovi o latenti della collettività.

Da molti anni il Welfare state è in crisi: lo Stato da solo non è più in grado di assicurare il sistema di assistenza e previdenza pubblici, di tutelare l’ambiente, di tutelare e valorizzare il patrimonio culturale, e in generale il bene comune.  È necessario quindi passare ad un sistema in cui l’intera società civile, e non solo lo Stato, si faccia carico del benessere collettivo e dei beni comuni: occorre orientarsi verso il c.d. Welfare generativo/sociale.

Tale sistema, detto di sussidiarietà sociale o circolare, richiede una sinergia sistematica e permanente tra:

  • La sfera politico-istituzionale
  • La sfera imprenditoriale
  • La sfera della società civile

Si tratta di un’innovazione sociale che richiede una necessaria cooperazione tra profit, non profit e enti pubblici, per condividere non solo mezzi ma anche fini, sia nella fase di progettazione sia nella fase esecutiva.

Le risorse necessarie, inoltre, possono essere reperite dal mondo imprenditoriale per essere indirizzate verso la fornitura di servizi di welfare e l’ente pubblico a sua volta svolge un ruolo fondamentale di vigilanza per garantire l’universalismo ed evitare l’esclusione di alcuni gruppi sociali dalla fruizione dei servizi.

Tale nuova funzione sociale dell’impresa può essere tratta da una nuova interpretazione del principio di sussidiarietà di cui all’art. 118 della Costituzione Italiana. Si rende così necessario rivalutare il principio di sussidiarietà ampliandone la portata per ricomprendere il principio di sussidiarietà circolare derivante dal passaggio ad un welfare generativo/sociale.

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Aggiornata il: 09/03/2020