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Esecutività delle sentenze a favore del contribuente: manca ancora il decreto

Con la riforma del contenzioso tributario (Dlgs 156/2015), è stato novellato l’art. 69 del D. Lgs 546/1992 per il quale le sentenze di condanna al pagamento di somme in favore del contribuente e quelle emesse su ricorso avverso gli atti relativi alle operazioni catastali, sono immediatamente esecutive. Tuttavia nel caso di pagamento di somme dell'importo superiore a diecimila euro, diverse dalle spese di lite, puo' essere subordinato dal giudice, anche tenuto conto delle condizioni di solvibilita' dell'istante, alla prestazione di idonea garanzia.

Pertanto: le sentenze sono immediatamente esecutive, anche qualora non definitive, e se di importo minore di 10.000 euro non sono subordinate ad alcuna garanzia.

Il problema nasce dall'articolo 2 dello stesso decreto per il quale con decreto del Ministro dell'economia e delle finanze sono disciplinati il contenuto della garanzia, la sua durata nonche' il termine entro il quale puo' essere escussa, a seguito dell'inerzia del contribuente in ordine alla restituzione delle somme garantite protrattasi per un periodo di tre mesi.”.

Tale decreto a distanza di quasi un anno dall'approvazione della riforma del contenzioso non è stato ancora emanato e l’Agenzia delle Entrate con la Circolare 38/E/2015 ha subordinato l’applicazione della norma al decreto MEF senza nessuna distinzione; la giuriprudenza inizia a farsi sentire dissentendo dalla interpretazione dell’Agenzia delle Entrate che non sembra tenere conto neanche del limite dei 10.000 euro. Il Mef infatti deve regolamentare solo la prestazione di garanzia per gli importi superiori a questo ammontare, ma per i rimborsi di importo inferiori non c’è nessun ostacolo all’applicazione piena della norma, molto favorevole al contribuente.

In sostanza per l’Agenzia le nuove previsioni sull’immediata esecutività delle sentenze non sono ancora applicabili e fino all’emanazione del decreto da parte del Mef la sentenza diventa esecutiva solo dopo il passaggio in giudicato.

 


Fonte: Il Sole 24 Ore
News del: 05/10/2016


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