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Nessuna confisca al contribuente se il commercialista non presenta dichiarazione

La confisca a carico del contribuente è nulla, se a non presentare la dichiarazione dei redditi è stato il commercialista, anche se l'importo evaso è superiore a 330.000 euro. L'importo era stato confiscato e il soggetto sottoposto a un anno di reclusione. A fornire questa indicazione è la Suprema Corte di Cassazione, sez. penale, con la sentenza 37532 dell'11 settembre 2019.

In generale, in tema di reati tributari, la prova del dolo specifico di evasione nel delitto di omessa dichiarazione non deriva dalla semplice violazione dell’obbligo dichiarativo né da una culpa in vigilando sull’operato del professionista che trasformerebbe il rimprovero per l’atteggiamento anti-doveroso da doloso a colposo. Serve la ricorrenza di elementi che dimostrino che il soggetto obbligato ha consapevolmente preordinato l’omessa dichiarazione all’evasione dell’imposta per quantità superiori alla soglia di rilevanza penale.

Il dolo specifico di evasione, come chiarito in precedenti sentenze della Cassazione, è integrato dalla deliberata ed esclusiva intenzione di sottrarsi al pagamento delle imposte nella piena consapevolezza della illeceità del fine e del mezzo.

In questo caso il contribuente aveva preparato e consegnato la documentazione al commercialista che non aveva però presentato la dichiarazione dei redditi con mancata IRES e IRAP, ma non aveva neppure interrotto la collaborazione con il professionista in seguito alla mancata presentazione della dichiarazione.

In ogni caso, secondo la Suprema Corte, non si procede alla confisca dei beni del contribuente, qualora sia stato il suo professionista di fiducia a non presentare la dichiarazione.


Fonte: Fisco e Tasse
News del: 20/09/2019


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