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Maggiori sconti per chi chiude le liti pendenti

Con gli emendamenti al decreto fiscale, ora in commissione Finanze al Senato, c’è il tentativo da parte del Governo e della maggioranza di rendere ancora più conveniente la sanatoria delle liti pendenti.
Attualmente il costo della definizione è pari alla maggiore imposta accertata, con esclusione degli interessi e delle sanzioni. In caso di soccombenza dell’Agenzia delle Entrate è possibile pagare:

  • il 50% del valore della lite, se si tratta di soccombenza nella pronuncia di 1° grado;
  • il 20% del valore della lite, se si tratta di soccombenza nella pronuncia di 2° grado.

Con le modifiche previste dagli emendamenti si potrà pagare:

  • il 40% (anziché il 50%) , se si tratta di soccombenza nella pronuncia di 1° grado;
  • il 15% (anziché il 20%) , se si tratta di soccombenza nella pronuncia di 2° grado.

Per tutti ci sarebbe la possibilità di scegliere se versare in un’unica soluzione o con un piano di rateizzazione su 5 anni.
Inoltre si potrà arrivare:

  • a uno sconto massimo del 95% in caso di doppia vittoria del contribuente in 1° e in 2° grado del contribuente contro l’agenzia delle Entrate;
  • a uno sconto del 10% per la definizione agevolata con il pagamento del 90% del valore della lite, senza sanzioni e interessi, per chi ha presentato ricorso ma è ancora in attesa di un primo pronunciamento del giudice tributario.

All’interno dei provvedimenti sulla pace fiscale entrerà anche la sanatoria degli errori formali con 200 euro per anno d’imposta, mentre resterà fuori la definizione degli avvisi bonari. A confermarlo è stato lo stesso sottosegretario all’Economia, Massimo Bitonci, prima dell’avvio dei lavori in commissione Finanze del Senato sul decreto legge.
E’ nell’intenzione poi del Governo e della maggioranza consentire la tolleranza in caso di lievi ritardi (7 giorni) per chi aderisce alla rottamazione-ter. In pratica chi dovesse rimediare al mancato pagamento entro una settimana dalla scadenza della rata eviterebbe di perdere l’agevolazione della definizione.
Per quanto riguarda i carichi affidati alla riscossione dal 2000 al 2010 fino a mille euro l’intenzione è quella di consentire di evitare la cancellazione automatica della cartella qualora le contestazioni riguardino debiti di natura previdenziale.


Fonte: Il Sole 24 Ore
News del: 21/11/2018


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