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CNDCEC: un recente studio dei dati ISTAT mostra la pressione fiscale in Italia

Da uno studio del Consiglio e della Fondazione Nazionale dei Commercialisti intitolato “Analisi della pressione fiscale in Italia, in Europa e nel mondo. Struttura ed evoluzione dei principali indicatori di politica sociale” l’Italia è al 128º posto e la più tartassata in Europa.

Gli indici di efficienza del sistema fiscale misurati dalla Banca mondiale sono molto negativi. 

Nella classifica del Paying taxes 2020, l’Italia pare gravata dai tempi lunghi stimati per gli adempimenti fiscali e per le fasi successive di gestione dei rimborsi e delle verifiche.

Nonostante gli interventi sul cuneo fiscale degli ultimi anni, l’indicatore Ocse che misura il cuneo pone l’Italia ai primi posti in Europa: 

  • terzo posto per dipendente single con il 48% 
  • primo posto per dipendente sposato con due figli con il 39,2%.

Ma vediamo alcuni dati riportati sul sito del CNDCEC in merito a questo studio.

La pressione fiscale sulle famiglie, calcolata mediante una rielaborazione della Fondazione nazionale dei commercialisti dei dati Istat, è nel 2019 pari al 18,0%, in crescita di 0,3 punti rispetto al 2018

Dopo lo shock del 2012-2013, che ha visto la pressione fiscale crescere di 2,1 punti percentuali, essa si è ulteriormente incrementata per poi rientrare leggermente negli ultimi due anni e rimanere quindi invariata. Nello stesso periodo la pressione fiscale complessiva si è ridotta di un punto percentuale.

Dall’analisi del gettito tributario per singola imposta, si evince, inoltre, che le prime 10 imposte, su 88 voci totali desumibili dalle tabelle Istat, coprono l’85% del totale del gettito stesso.

C’è una tendenza alla concentrazione del prelievo tributario sulle imposte principali, ad esempio: 

  • l’Irpef, che nel 2019 è la prima imposta con 176,8 miliardi di euro di gettito, copre il 34,2% del totale (+2% sul 1995), 
  • l’Iva, che è la seconda imposta per gettito con 111,8 miliardi di euro, copre il 21,6% del totale (+1,3% sul 1995)
  • insieme, l’Irpef e l’Iva, coprono il 55,9% del gettito tributario totale (+3,3% sul 1995).

Nel confronto internazionale, la pressione fiscale si mostra sbilanciata dal lato del lavoro rispetto al consumo. 

Nell’ultimo anno con dati disponibili per un confronto, il 2018, l’Italia si pone al 7° posto nel primo caso e al 21° posto nel secondo. 

In particolare, per il gettito Iva in rapporto al Pil, l’Italia si colloca al 26° posto nella graduatoria EU27, mentre per il gettito dell’imposta personale sul reddito, l’Italia si colloca al 5° posto.

Per ciò che riguarda invece i profitti societari, nonostante l’eccezionale riduzione del Totale Tax Rate tra il 2006 e il 2020, l’indicatore di pressione fiscale calcolato dalla banca mondiale per l’Italia sfiora il 60% risultando tra i più elevati in Europa.


Fonte: Consiglio Nazionale dei Dottori commercialisti e degli Esperti contabili
News del: 13/10/2020


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