Il tema è stato più volte affrontato dalla giurisprudenza tributaria, e una delle sentenze più importanti è la Cassazione n. 21972 del 2015. In pratica, secondo la Suprema Corte, l’Amministrazione Finanziaria non può accertare un maggior reddito in capo ad un consulente sulla base della semplice presunzione secondo cui i professionisti non sono soliti prestare i propri servizi a titolo gratuito. È plausibile, infatti, che un professionista possa svolgere parte della propria attività senza percepire alcun compenso, per ragioni di amicizia, parentela o di mera convenienza.
Tuttavia le vicende processuali continuano ad avere esiti diversi, alcune volte viene riconosciuta la gratuità delle operazioni del professionista, mentre altre volte viene confermata la ripresa a tassazione di quanto, secondo l’amministrazione finanziaria, è stato “non dichiarato”.