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Manovra sui veicoli: minibollo, ecobonus ed ecotassa

Mini bollo 2019

Neonato dall’esecutivo che ha partorito la manovra per l’anno 2019, il sostegno economico riguarda un ampio raggio di individui, e cioè i possessori di auto e moto di interesse storico e collezionistico. Non parliamo di Alfa Giulia (prima generazione) né di Lambrette (che, innanzi al fisco sono veicoli “storici”), bensì di una categoria nuova di zecca (si badi bene, di “interesse” storico!), che abbraccia tutti quelli immatricolati da 20 a 29 anni. Sì, proprio quei mezzi che risultano interdetti al traffico veicolare nelle ordinanze sindacali di blocco. Calcolatrice alla mano, veicoli immatricolati tra il 1990 ed il 1999 e, in linea di massima, prodotti nella vigenza della normativa Euro 0 (prima del ’92), Euro 1 (dal ’93) ed Euro 2 (dal ’97). A questo punto, letti i due paragrafi superiori, verrebbe da pensare: qual è la penalizzazione per un contribuente che circola con un mezzo tanto inquinante? Nessuna! Anzi, al contrario, la Legge di Bilancio 2019 ha dimezzato l’importo del bollo di veicoli siffatti, ricorrendo le seguenti condizioni:

  • prima immatricolazione tra i 20 anni ed i 29 anni,
  • possesso e consegna del certificato di rilevanza storica e collezionistica (il cui costo si aggira sui 100 euro),
  • iscrizione ai registri dei veicoli di rilevanza storica e collezionistica (ASI, Storico Lancia, Italiano FIAT, Italiano Alfa Romeo, Storico FMI).

La misura sembra circolare “contromano” rispetto ai principi inseriti nella stessa legge in materia eco (bonus e tassa) e che, al contrario, dovrebbero “frenare” (sempre utilizzando il dizionario della circolazione stradale) l’acquisto di veicoli inquinanti.

In definitiva, dimezzare il bollo dei veicoli vecchi e inquinanti appare non incentivare i proprietari a sostituire il mezzo con uno meno inquinante. Infatti, se lo cambiassero, dovrebbero pagare il bollo intero!

Fonte:


Aggiornata il: 24/01/2019