Archivio per Categorie
Ultimi Speciali

No deal Brexit: conseguenze per le imprese

Immigrazione-servizi generali e finanziari

  1. IMMIGRAZIONE

Il governo del Regno Unito ha spiegato come intende trattare i cittadini europei (compresi i cittadini svizzeri), che arrivano nel Regno Unito dopo la Brexit in caso di no-deal.

Le persone residenti in UK prima del giorno della Brexit avranno il diritto di rimanere, protette dal nuovo status ottenuto mediante l'UE Settlement Scheme.

Tuttavia, se non vi è alcun accordo, i cittadini europei e i loro familiari che arrivano dopo la Brexit non beneficeranno di questo regime.

Per un periodo limitato, questi saranno in grado di entrare nel Regno Unito per visitare, lavorare o studiare - più o meno allo stesso modo in cui lo fanno ora - ma soprattutto potranno rimanere in UK con lo stesso status solo per tre mesi.

Se desiderano rimanere per un periodo più lungo, dovranno richiedere il permesso temporaneo di soggiorno (European Temporary Leave To Remain) .

Nell'ambito di questa nuova categoria di permessi di soggiorno, creata appositamente per uno scenario di no-deal, ai cittadini europei verrà concesso il permesso di rimanere in UK per un periodo di 3 anni.

I dettagli completi su questo schema non sono stati resi noti, ma il governo ha confermato che :

  • i candidati saranno assoggettati a controlli di identità, criminalità e sicurezza prima di ottenere il permesso di soggiorno;
  • I familiari non appartenenti allo Spazio Economico Europeo che desiderano accompagnare un cittadino europei, dovranno richiedere in anticipo un permesso di soggiorno come “familiare”, ai sensi di tali accordi;
  • I cittadini dello Spazio Economico Europeo potranno entrare e uscire dal Regno Unito come fanno ora, utilizzando gli e-Gates quando viaggiano in possesso di un  passaporto biometrico;
  • Ai cittadini europei verrà concesso di presentare gratuitamente la richiesta di permesso di soggiorno per il periodo iniziale di tre mesi, ma ci sarà una tassa da pagare per ottenere quello definitivo.

Queste disposizioni non si applicano ai rapporti tra Irlanda e Regno Unito. Pertanto, i cittadini irlandesi non dovranno richiedere il Temporary Leave To Remain, e continueranno ad avere il diritto di entrare e vivere nel Regno Unito nell'ambito della Common Travel Area.

I cittadini dello Spazio Economico Europeo che desiderano rimanere per più di tre anni, dovranno presentare un'ulteriore domanda nell'ambito del nuovo sistema basato sulle competenze, attualmente in fase di elaborazione.

I dettagli di questo nuovo regime non sono ancora stati annunciati, ma si prevede che sarà simile alle attuali disposizioni che si applicano ai cittadini di paesi terzi (non appartenenti all’EEA).

Nel suo Libro bianco di dicembre, il governo ha definito il suo piano per escogitare un "sistema di immigrazione unico" per i talenti qualificati, che sarà ugualmente applicabile ai migranti non-UE e UE alla fine del periodo di transizione. L'obiettivo è creare un sistema in cui "sono le competenze dei lavoratori che contano, non da quale paese questi lavoratori provengono". Ciò risulta in linea con le raccomandazioni fornite precedentemente dalla Migration Advisory Committee, ma è probabile che ciò crei difficoltà per quei datori di lavoro, le cui attività commerciali necessitano di migranti senza qualificazioni, che provengono dall'UE.

Il governo prevede di espandere l'attuale regime, per includere anche ruoli di media competenza (oltre ai lavoratori altamente qualificati), anche se ciò non risolverà il problema in relazione ai migranti poco qualificati. Il governo prevede inoltre di ridurre l'impatto della perdita di migranti scarsamente qualificati dall'UE, consentendo l’accesso a quelli provenienti da paesi a basso rischio (ovvero Stati Uniti, Canada, Australia) per un periodo di tempo limitato di un anno. In ogni caso saranno poi soggetti a un periodo di "ripensamento", e sarà loro vietato il ritorno nel Regno Unito per i successivi 12 mesi.

Pertanto, i datori di lavoro dovrebbero valutare la possibilità di rivedere / modificare i propri procedimenti di gestione delle risorse umane per assicurarsi che siano pienamente conformi agli obblighi derivanti da una licenza di sponsor nel caso in cui l'azienda debba ricorrere agli accordi sul sistema basato sui punti quando assume cittadini dell'UE.

  1. SERVIZI GENERALI.

In uno scenariodi no-deal, il Regno Unito prevede di negoziare i servizi con l’Unione Europea sulla base dell'Accordo generale sugli scambi di servizi (GATS) dell'Organizzazione Mondiale del Commercio (OMC) .

Secondo le regole dell'OMC, l'impatto per le imprese varierà a seconda del settore in cui operano. Alcuni settori non vedranno nessun cambiamento, mentre in altri settori ci saranno requisiti e standard aggiuntivi da rispettare, e persino divieti nella fornitura di determinati servizi tra l’Unione Europea e il Regno Unito.

Se verrà stipulato  un accordo tra l’Unione Europea e il Regno Unito, molto probabilmente i servizi saranno soggetti a un accordo di libero scambio (ALS) tra l’Unione Europea e il Regno Unito.

  1. SERVIZI FINANZIARI

La Banca Centrale Europea (BCE) ha sollecitato le banche nazionali a utilizzare il tempo rimanente alla Brexit per prepararsi alle possibili conseguenze. In particolare, i consigli di amministrazione dovrebbero intensificare i preparativi per completare i loro target, i modelli operativi e, ove applicabile, adempiere ai loro impegni con la BCE sviluppando le capacità di gestione dei rischi e le strutture di governance nell'UE-27.

Per le imprese dell'UE-27 che si affidano a servizi di "passaporto" per accedere al Regno Unito, in caso di no-deal le autorità britanniche hanno annunciato regimi di autorizzazioni temporanee e misure relative alla continuità contrattuale, per consentire alle imprese di continuare a operare. In alternativa, sarà prevista la conclusione di una serie di accordi di servizi finanziari, che consentirà alle imprese europee di continuare ad eseguire i contratti stipulati con il Regno Unito prima della sua uscita e per un periodo limitato, al fine di liquidare le loro attività nei modi previsti.

La Financial Conduct Authority (FCA) britannica ha concordato un Memorandum of Understanding (MOU) con l'ESMA (Autorità europea degli strumenti finanziari e dei mercati), e le autorità di regolamentazione dell’Unione Europea per consentire la cooperazione e lo scambio di informazioni.

Fonte:


Aggiornata il: 27/09/2019