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L'accordo transattivo per difficoltà economica del cliente

Le rilevazioni contabili

L'accordo transattivo si perfeziona, oltre che con la firma dello stesso, con il pagamento del corrispettivo pattuito, che rende l'operazione definitiva per entrambe le parti: il fornitore ed il cliente potranno procedere con lo stralcio dai propri bilanci, rispettivamente, del credito e del debito e con la rilevazione contabile della differenza tra valore nominale e valore concordato dall'accordo.

Per il cliente, si tratterà di chiudere una partita debitoria a un valore inferiore a quello previsto, con conseguente rilevazione di una sopravvenienza attiva di un ammontare pari alla differenza tra valore nominale e valore realmente pagato.

Anche per il fornitore si tratterà di chiudere una partita contabile, per questi creditoria e a un valore di realizzo inferiore a quello iscritto in bilancio. Però, in questo caso, per la corretta classificazione della rilevazione della differenza tra valore nominale e valore di realizzo bisognerà fare una valutazione più complessa sulla natura dell'operazione (che poi avrà anche delle implicazioni fiscali).

Per rilevare correttamente questa differenza contabile è necessario guardare alla motivazione che ha portato all'accordo transattivo (e su di questo indicata):  la riduzione volontaria, da parte del fornitore, del valore del credito a causa delle difficoltà economiche del cliente produce una perdita su crediti; invece la stessa riduzione per una caso diverso, come può essere quello della contestazione di una fornitura, produce una sopravvenienza passiva (differenza precisata dall'Agenzia delle Entrate nella Circolare n.26/E del 01/08/2013).

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Aggiornata il: 02/05/2021