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Decreto Rilancio l’agevolazione Irap e il trattamento contabile

Le criticità dell'abolizione del saldo e acconto Irap di giugno

Agire sul saldo, a parere di chi scrive, non è stata una scelta di grande rilievo economico, perché in questo modo si tende ad aiutare le imprese che nel 2019 hanno conseguito un aumento della base imponibile IRAP e quindi un incremento della performance economica (maggiori ricavi o minori costi e quindi maggiore efficienza).

Per poter agevolare tutte le imprese allo stesso modo, si sarebbe dovuto agire sull’aliquota dell’imposta disponendo, anche a parità di gettito e quindi senza impegnare ulteriormente i conti dello stato, una riduzione dell’imposta dovuta.

In questo modo si sarebbero agevolate sia le imprese che hanno conseguito un incremento della base imponibile, nel confronto tra l’esercizio 2018 e il 2019, che le imprese che hanno avuto un risultato meno lusinghiero. Quest’ultime avrebbero avuto un maggior credito, mentre le prime avrebbero pagato di meno, ma non si sarebbe trasferito tutto il vantaggio solo alle imprese del primo tipo.

La norma prevede che il beneficio commentato non si applica alle banche e gli altri enti e società finanziari nonché per le imprese di assicurazione, le Amministrazioni e gli enti pubblici.

Si ricorda, infine, che non è dovuta la prima rata di acconto IRAP che imprese e lavoratori autonomi dovranno corrispondere entro il prossimo mese di giugno. Riguardo agli acconti di imposta si deve ricordare che questi erano già stati interessati da recenti disposizioni, in particolare dal Decreto Liquidità che all’articolo 20 ha previsto che le norme in tema di sanzioni e interessi, in caso di omesso o insufficiente versamento degli acconti relativi alle imposte dirette, non si applicheranno qualora l’importo versato non risulti inferiore all’80% di quanto dovuto in base alla dichiarazione del periodo di imposta relativo all’anno in corso.

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Aggiornata il: 20/05/2020